In attesa di visitare finalmente di persona il Vinitaly (ci saremo domani, nel giorno di chiusura della fiera) accogliamo con piacere alcuni dati che arrivano direttamente da Verona: una proiezione prevede che nel corso dell’evento saranno stappate 576.000 bottiglie di vino, per un totale di 2,8 tonnellate di tappi di sughero e 200mila tonnellate di vetro, e verranno utilizzati 130.000 bicchieri. Da parte nostra faremo il possibile per provarli tutti! Facezie a parte, statistiche ancora più interessanti sono quelle che arrivano dalla grande distribuzione, che nel primo bimestre dell’anno fa registrare una ripresa abbastanza solida nelle vendite di vino: 78 milioni i litri venduti, con un aumento dell’1,3% in volume rispetto all’anno precedente. Decisamente più confortante rispetto al 2014, che aveva visto le bottiglie da 75cl chiudere con una crescita dello 0,2% e quelle a denominazione d’origine controllata con un calo dello 0,7%. Molto ci si attende soprattutto dall’estero: sugli scaffali dei supermercati USA il 35% dei vini d’importazione sono italiani, su quelli tedeschi la quota è del 30%. La ricetta per migliorare ancora, secondo i partecipanti alla tavola rotonda organizzata a Verona, è chiara: comunicare meglio il prodotto-vino e puntare sulla qualità più che su sconti e promozioni. “Andando avanti così – dice Enrico Viglierchio, vicepresidente di Federvini – il consumatore non comprerà più nel regolare e sarà sempre in attesa della promozione di turno, e il valore del brand e la sua percezione da parte del consumatore saranno gradualmente erosi in modo irreversibile”.